Qualche talea di falso-incenso e rosmarino, qualche sacco di
terra, strumenti di lavoro e voglia di intraprendere un’ignota avventura. E’ il
giorno in cui si è messa la prima pietra o forse sarebbe meglio dir la prima
piantina! E’ il girono in cui ci siamo presentati ad un gruppo di interlocutori
interessati ed incuriositi dalla nostra proposta. Sole estivo, brezza
pomeridiana, curiosità nel conoscerci e nell’esplorare quel campo circondato da
cavalli, asini, viti ed ulivi. Non mancava poi un po’ di preoccupazione per la
tanta attenzione ricevuta. Noi, un gruppo di psicologi ed un agricoltore
sociale, avevamo invitato alcune famiglie che si confrontano con la questione
della disabilità dei figli ad incontrarci. Volevamo parlare e condividere la
possibilità di costruire insieme uno spazio entro cui, attraverso la
coltivazione ed il prendersi cura delle piante, produrre, pensare e costruire
modi di rapportarsi ai contesti di convivenza in cui si vive. Contesti entro
cui spesso ci si sente soli, abbandonati, trascurati; contesti con i quali
spesso non si dialoga e con cui spesso non è facile rapportarsi. E non è tanto una
questione di disabilità quanto di emozioni, che spesso ci prendono, ci
investono, che spesso non riusciamo a pensare e a comunicare. In questo senso
volevamo presentare innanzi tutto la possibilità di costruire uno spazio entro
cui pensare le emozioni vissute entro i rapporti, entro cui prendere a pretesto
un’attività come quella agricola per poter esplorare facendo, produrre pensando,
comunicare coltivando. Uno spazio entro cui costruire prodotti con cui parlare
del modo di vivere entro i rapporti, entro i contesti, nell’ipotesi che è
proprio pensando le emozioni che si costruiscono le basi per lo sviluppo della
convivenza. E che cos’è la diversa abilità se non un qualcosa che sconfermando la
cosiddetta normalità crea problemi e crisi entro i sistemi di convivenza?
Questa era la nostra proposta e da qui è iniziata la nostra
avventura. Stavamo iniziando a costruire insieme uno spazio, un luogo… una
serra? Si forse un serra ma non proprio. Un orto? Si anche un orto ma non solo…
Un vivaio sociale? Tu chiamalo se vuoi vivaio sociale!