30 giugno 2013

Il pomodoro-anzi: una storia di tentativi di categorizzazione.




Il pomodoro è una pianta dalle origini lontane importata dall'America per ben duecento anni non venne usata per usi alimentari. La solanina, la sostanza presente sulle foglie che sporca le mani di nero, la rese una pianta che veniva considerata tossica anche nei suoi frutti. Un mito di tossicità rimase attaccato alla nostra pianta per lunghi anni: venne infatti essenzialmente usata per scopi estetici ed i contadini furono gli ultimi a fidarsi di quello che ritenevano il frutto del diavolo.

Uno dei principali ingredienti della nostra cucina, importato dagli Spagnoli che dominavano nel Regno delle due Sicilie fu quindi visto inizialmente come un un nemico, uno stravagante ornamento da tenere sotto controllo: affascinante e pericoloso al contempo.

Questo almeno fino a quando un qualche abitanti di Napoli non decise di utilizzarlo sopra un pezzo di pasta forse spinto dagli stenti forse preso dal desiderio di far venire un bel mal di pancia a qualche persona poco gradita. Il risultato però fu sorprendente e il pomodoro divenne uno dei principali ingredienti della nostra cucina.

Ma come si fa a trasformare il nemico in amico? Forse occorre tentare un azione, prendersi un rischio, scorgere una possibilità...Proviamo?

Senapità: un problema confuso ed appiccicaticcio!

Consigliamo ai chi come noi con l’agricoltura e la coltivazione si diverte ad esplorare di non lasciarsi troppo prendere dalla mano nel coltivare la senape. E’ bastato infatti poco tempo, dopo aver con leggerezza seminato, per ritrovarsi a contatto con un problemaccio da noi rinominato “senapità”. Tanti semi in poco temo han germogliato una confusione delirante: non si capiva più dove iniziava una senape e finiva l’altra. Le piantine di senape stavano infatti fitte, tutte intorcinate l’una sull’altra, tanto da render urgente e necessario il trapiantarle velocemente da un’altra parte. Sembravano felici così vicine in quel marasma e sembrava quasi volessero rimanere cosi attaccate senza separasi, rischiando così di brutto, di soffocarsi, morendo appiccicate di eccessiva “senapità”.
“Senapità” è per noi la confusione tra se e l’altro, il miscuglio, l’appiccicume che toglie il fiato, ma anche la gelosia, l’avidità, la paura di separarsi.

Un "erbaccia" prepotente


Tra le erbe che circondano il ChiamaloSeVuoi Vivaio ce ne sono alcune, le graminacee, che, spontanee e filiformi i cani spesso mangiano per spurgarsi. Sul libro delle piante scopriamo che possono essere usate per produrre “un birra piccante”. A staccarle si coglie la prepotenza e la caparbietà di queste piante, se se ne strappa un ciuffo consistente sono capaci di portarsi appresso metà del vaso. Non stupisce che siano chiamate “erbacce” vicino a loro le altre piante sembrano non poter trovare una proprio spazio vitale. Si allargano, crescono e senza rispettare l’altrui vaso si fan ospiti “autoinvitate”. Verrebbe voglia di eliminare come un nemico da combattere: per le proprietà che le contraddistinguono possono essere infatti spesso inconciliabili con altre piante: fa parte della vita anche questo! Ma conoscer l’erbacce capir perché così fanno, trovarne un utile funzione ed esplorarle a noi ci sembra ben più interessante che sbrigarsi a strapparle senza pensarci un attimo.


 
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